La Resistenza di Irradiazione è un concetto assai
poco intuitivo e le varie definizioni che spesso si leggono, o sono
completamente errate, o sono incomplete.
La maggior parte delle persone ritiene che la Rrad
sia la componente resistiva dell'impedenza, espressa come Z = R +J Ohm, di un'antenna,
nel suo punto di alimentazione. Su questo "erratissimo" concetto,
sono state "inventate" antenne totalmente inefficienti, ma spacciate
come miracolose soluzioni, con lunghezze ridottissime e piani di terra del
tutto insufficienti.
Che la Rrad coincida con la componente resistiva
dell'impedenza d'antenna è quindi un falso totale ed è anche facile
dimostrarlo.
L'impedenza di una verticale a quarto d'onda, ad
esempio, dipende dal punto di alimentazione.
Dato un piano di terra ipoteticamente perfetto,
sappiamo che l'impedenza di una verticale a quarto d'onda, alimentata alla
base, corrisponde a circa 37 Ohm.
Tuttavia, nessuno ci obbliga ad alimentare così la
nostra verticale ed infatti, potremmo non volerla isolare dai radiali, magari
perchè si tratta di un palo autoportante immerso in un plinto di cemento
armato.
Tra le varie ipotesi, una potrebbe essere quella
di alimentarla con un conduttore che, correndo parallelamente alla verticale,
si colleghi all'estremità superiore, trasformandola in un "mezzo"
dipolo ripiegato.
Nel punto di alimentazione di questa verticale,
che funzionerà esattamente come quella alimentata in serie, troveremmo
un'impedenza di circa Z = 75 +j Ohm (*), tuttavia, la Rrad non sarebbe cambiata
affatto.
(*) Z = 75 Ohm supponendo che il diametro della
verticale e quello del conduttore che la alimenta siano uguali.
Per spiegare cosa sia la Resistenza di
Irradiazione, è necessario accennare all'irradiazione, dal punto di vista
fisico.
Applicando una corrente elettrica a radiofrequenza
ad un’antenna, si provoca un’accelerazione degli elettroni ed è questa
accelerazione che, a sua volta, provoca la creazione del campo
elettromagnetico.
L’onda radio così prodotta, trasporta energia, ma
questa energia, è ovviamente ricavata dagli elettroni. La perdita di energia
subita dagli elettroni, nel creare il campo elettromagnetico, può allora essere
vista come la resistenza che si oppone al movimento degli stessi elettroni,
durante la creazione dell’onda.
Rappresentando ciò con una formula, avremmo:
Rrad = P/I2
Rrad = P/I2
Dove:
P = potenza del campo effettivamente generato
I = corrente effettivamente circolante nel sistema
Tornando all’esempio della verticale, la corrente
circolante nel sistema, è limitata dalla Rrad e dalle perdite (resistive), che
sono sia nell’elemento radiante che nel piano di terra.
Pertanto, dato che la Rrad abbiamo visto essere una grandezza fisica
intrinseca, legata alle dimensioni dell’antenna, nulla possiamo fare per
aumentare l’efficienza intrinseca dell’antenna, relativamente alla sua Rrad.
Possiamo ridurre le perdite “ohmiche” che si
sommano alla Rrad e che limiterebbero ulteriormente la corrente circolante,
quindi l’efficienza complessiva dell’antenna, ma la Rrad, rimarrà comunque
quella intrinseca, propria di quell’elemento.
Nel grafico qui sotto, ricavato da un Antenna
Engineering Handbook dei primi anni 50, è possibile farsi un’idea di quella che
è la resistenza di irradiazione per un’antenna verticale molto corta e caricata
capacitivamente in punta. Un antenna che si può considerare percorsa da una
corrente pressoché uguale in tutta la sua lunghezza.