giovedì 16 agosto 2018

L'immagine

Da quando il telefono cellulare è diventato "smartphone", tutti scattano fotografie.
Il mondo è invaso da immagini ma solo una parte si può dire tecnicamente corretta. Molte sono ineccepibilmente "sbagliate", anche se d'impatto. Le aree sovraesposte, quelle sottoesposte, un errato bilanciamento del bianco, ad esempio, non sono opinioni, ma elementi incontestabili. Come se non bastasse, si abbonda in uso e misuso di post processing ed HDR.

“de gustibus non disputandum est”

Ha senso preoccuparsi di sensori ed obiettivi, cioè spendere cifre notevoli per avere il massimo in fedeltà, scattare in raw e bracketing occupando GB di spazio sulle schede di memoria... se poi l'immagine finale, quella elaborata al PC è "falsa"?
Se viene processata al punto da alterare completamente la realtà?
Se, alla fine, viene caricata su qualche social che limita la risoluzione e comprime al punto da "massacrare" la gamma cromatica?
Può una foto tecnicamente errata essere ugualmente bella?
Belle domande!

Che la foto non debba necessariamente rappresentare la realtà, ma piuttosto produrre emozioni, è un concetto condivisibile, ma chi ha nozioni di fotografia fatica sempre a "digerire" le immagini tecnicamente "sbagliate".
...tuttavia, in virtù del fatto che non è bello ciò che è bello, ma solo quel che piace, si tratta di un argomento sul quale è inutile discutere.

Premesso quanto sopra, nessuno avrà mai l'ultima parola per stabilire se l'immagine debba tendere ad una più fedele possibile rappresentazione della realtà, o piuttosto, essere maipolata liberamente e diventare una vera e propria "invenzione" del fotografo (e della post produzione).


L’HDR

Un'immagine HDR è solo quella dove si sono uniti almeno due scatti diversi della stessa inquadratura, ad es con esposizione differente. Queste immagini (scatti bracketing) di solito 3 o 5, vengono poi “fuse” in una singola. Il file ottenuto è davvero HDR, ma va poi corretto per bilanciare luci, ombre e correggere la gamma. Operazione non banalissima e che, a parer mio, andrebbe sempre eseguita con aperto sul monitor (calibrato) anche il file dello scatto esposto correttamente.
Un singolo scatto, od anche con un immagine composta di più scatti, ma di singole esposizioni, non può essere in alcun modo HDR. Photoshop ed altre applicazioni permettono di trattarla come se lo fosse, ma si tratta di un'alterazione stilistica, non di HDR.

Vere immagini HDR vengono ora realizzate in tempo quasi reale da dispositivi come alcune fotocamere digitali, alcuni smartphone e droni, ma il processo di elaborazione è automatico e ripetitivo.

Profondità di colore e contrasto

La fotografia digitale si scontra con il problema della limitata capacità di riproduzione degli schermi. Sia per quanto riguarda il contrasto (nero/bianco), che la gamma cromatica (colori).
Un buon pannello IPS ha un contrasto di 1000, quello di un VA arriva a 3000, ma è meno omogeneo per luminosità nelle aree periferiche, dove anche il colore risulta meno corretto.
Un monitor consumer difficilmente riproduce una gamma più estesa del sRGB (anche meno), quanto all'accuratezza (fedeltà), poi, è meglio stendere un pietoso velo.

IL WEB

Caricare un'immagine su un social media, ad esempio Facebook, significa darla in pasto a compressioni estremamente aggressive. Se solo quella è la destinazione finale dello scatto, è inutile lavorare "di fino", poichè una parte rilevante dei colori e della definizione andranno comunque persi.